Con il favore della notte lasceranno
su di una barca il paese.
Il barcaiolo attende.
Ci si imbarca.
Il capo si volge spontaneamente alla sponda
amata che si allontana " addio, monti; cime
inuguali, note a chi e' cresciuto tra voi,
e impresse nella sua mente, non meno
che lo sia l'aspetto dei suoi piu' familiari;
torrenti, dei quali distingue lo scroscio,
come il suono delle voci domestiche;
ville sparse e biancheggianti sul pendio,
come branchi di pecore pascienti, addio !
Quanto e' tristo il passo di chi, cresciuto
tra voi, se ne allontana ... "
In un ultimo patetico incontro,
Renzo e Lucia decidono
di lasciare il paese.
Fra' Cristoforo ha ragionato per conto
suo su cio' che sta capitando a Renzo e Lucia
e per mezzo di un ragazzo, Menico, manda
a dire ai due di fuggire subito e di rifugiarsi
in convento
L'impresa e' riuscita male al povero Renzo,
nonostante sia stata messa ogni cura
per tenere lontano dalla stanza
di Don Abbondio la sua fedele perpetua.
In pochi minuti gli abitanti sono in strada.
I " bravi ", che non hanno la coscienza a posto,
fuggono dalla casa di Agnase.
Le campane sono state suonate dal sacrestano
che ha sentito le grida di Don Abbondio.
Non avendo trovato nessuno,
restano indecisi sul da farsi,
quando nella notte silenziosa
le campane della canonica
cominciano a suonare a martello.
che succede ?
Ma c'e' di peggio.
Mentre questi fatti si svolgono
in casa del curato, i " bravi "
di Don Rodrigo hanno fatto
irruzione nella casa di Agnese
per rapire Lucia.
Ne viene un grosso parapiglia.
Sorpresi dall'improvviso scatto
di Don Abbondio i protagonisti
dell'infelice impresa fuggono
prima che, alle grida di Don Abbondio,
accorra gente.
Lo scopo e' fallito.
Nella calda protezione della canonica,
Don Abbondio dimentica i veri problemi
della vita per chiedersi, leggendo un libro,
chi sia un certo Carneade.
Carneade, chi era costui ?
E' rimasta una frase celebre del romanzo
del Manzoni.
Carneade, come noto, era un filosofo.
Che importa sapere chi e' un filosofo
se non si conosce l'animo di coloro
i quali si circondano e se non si fa qualcosa
per aiutare i propri simili ?
Questo avrebbe dovuto capire Don Abbondio.
Alla realta' lo richiamano Renzo e i suoi compagni
di sorpresa.
Don Abbondio resta interdetto al loro improvviso
apparire in casa sua.
Ma il curato non e' sciocco.
Capisce che cosa si sta tramando ai suoi danni
e afferrato il tappeto che e' sul tavolo lo tira
con tutta la sua forza e lo butta sulla testa di Lucia
prima che questa possa parlare.
La Lucia sempre angosciata e dubbiosa,
un Renzo baldanzoso e deciso, Agnese
convinta della bonta' della sua soluzione,
due testimoni veramente amici: ecco
la compagnia che sta per bussare alla porta
di Don Abbondio.
Scende la sera, i contadini tornano
dai campi, i comignoli incominciano
a fumare.
Il silenzio cala sul borgo.
Viene l'ora fissata per la sorpresa
da fare a Don Abbondio.
Uno dei " Bravi ", all'osteria, chiede
all'oste alcune notizie su Renzo.
Si tratta di spie di Don Rodrigo,
come e' una spia il finto povero
che bussa alla casa di Lucia e di Agnese
per studiare le mosse delle due donne.
Renzo, Gervasio e Tonio si danno convegno
in una osteria, per mettere a punto i particolari
della sortita in caso del curato.
All'osteria incontrano dei " bravi " la cui presenza
e' molto sospetta.
Renzo frattanto comincia a perdere
la calma e a minacciare terribili disegni
di vendetta a meno che Lucia si decida
ad sccondiscendere alla formula suggerita
da Agnese e gia' preparata da Renzo.
Tornato a casa di Agnese, Renzo e' convinto
di essere ormai a posto, ma Lucia e' sempre
costernata e dubbiosa e lo e' ancor di piu' dopo
una breve visita di Fra Cristoforo che racconta
cio' che ha appreso al castello di Don Rodrigo.
Renzo si reca in casa di un certo Tonio
che sapeva avere un debito con Don Abbondio
Trova L'amico al desco familiare.
Usciti di casa, Renzo gli offre di pagare
il suo debito se gli fara' da testimone alle nozze
insieme al fratello Gervasio.
Tonio lusingato accetta.
Agnese racconta che, in base alle regole,
per essere sposati non e' indispensabile
che il curato esprima la propria volonta'.
Secondo quello che ella ha sentito dire,
basta che i due giovani si presentino
in compagnia di due testimoni davanti
a un sacerdote e dicano: " questo e' mio marito"
e " questa e' mia moglie " per essere
marito e moglie legittimi.
Cosi' bisogna fare, presentarsi a sorpresa
a Don Abbondio e usare questa formula.
Renzo si entusiasma subito a questa idea.
Ma Lucia sentendo che del progetto
deve essere tenuto all'oscuro Fra Cristoforo,
comincia ad opporsi.
Non vuole che sia forzata la mano del Signore
e che il matrimonio inizi con un atto
di insubordinazione all'autorita' e quindi a Dio.
Renzo non ascolta e si precipita in paese
in cerca di due testimoni.
Si rivela sempre piu' il suo carattere di paesano
non colto ma impulsivo e deciso all'arroganza.
E' proprio finita la bonta' a questo mondo ?
No, c'e' ancora della buona gente.
Lo dimostra a Fra Cristoforo uno dei servitori
di Don Rodrigo, un povero vecchio che,
sulla porta, gli rivela che i signorotti
stanno effettivamente tramando
qualche cosa contro i due giovani paesani.
Fra Cristoforo grato lo benedice.
E finalmente Fra Cristoforo puo' parlare
a quattro occhi a Don Rodrigo.
Il Frate coraggioso diffida Don Rodrigo
da rivolgere i suoi capricci sulla Povera Lucia.
Don Rodrigo diventa furibondo.
Afferrato il braccio di Fra Cristoforo
che egli aveva levato in segno
di alto ammonimento, gli indica violentemente
e con parole offensive la via della porta.
Il pretesto nasce
dalla conversazione in atto.
I commensali stanno discutendo
se in certi casi si possono bastonare
i servi.
All'arrivo di Fra Cristoforo, Don Rodrigo
sta banchettando con dei giovani ribaldi
suoi pari Fra Cristoforo viene invitato
alla loro mensa e il frate non puo' che accettare .
La pieta' del Frate e il coraggio
dell'antico cavaliere si risvegliano
in Fra Cristoforo.
Eccolo davanti al palazzo
di Don Rodrigo.
Avvoltoi imbalsamati con le ali
spiegate alla porta dicono gia'
di che tempra sia l'animo
del proprietario del palazzo.
Fra Cristoforo corre ora a portare
il soccorso del suo consiglio
ad Agnese, a Renzo, a Lucia.
Ascolta i fatti.
Capisce che Don Rodrigo
vuol ritardare il matrimonio
perche' egli stesso ha posto
gli occhi su Lucia.
Ma andra', lui, Fra Cristoforo,
ad affrontare il ribaldo.
I consigli di un uomo saggio
possono compiere miracoli.
E la fama di bonta' e di saggezza
di Fra Cristoforo cresce a dismisura.
In un mondo di prepotenze
e di sopprusi ...
Egli portera' la convinzione della fede,
ma anche una profonda esperienza
del mondo che gli consentira'
di essere utile a tutti, umili
e oppressi in primo luogo.
La nuova vita incomincia
con un atto di umiliazione
dinanzi alla famiglia dell'ucciso
che finisce per perdonarlo.
Il nuovo frate non sara'
come tutti gli altri.
Una discussione violenta, una serie di ingiurie,
un momento di accecante ira, Lodovico
trafigge il suo avversario.
Questo episodio sconvolgera' la sua vita.
La sua salvezza sta soltanto nella espiazione.
Cosi' Lodovico diventera' Fra Cristoforo.
Un giorno per un futile motivo
uccise un suo avversario.
Tutto comincio' per una questione
di precedenza per attraversare una via.
Era nato di nobile casato.
Era ricco, era bello.
Le allegre brigate e le avventure
d'arme erano il suo forte.
Si chiamava allora Ludovico.
Chi e' questo Fra Cristoforo
cui i tre poveretti vogliono
rivolgersi ?
E' un frate cappuccino
che si e' fatti religioso
dopo una vita movimentata.
La sera cala sul piccolo borgo
e sugli animi tormentati
di Renzo, Lucia e di Agnese.
Renzo se ne torna alla sua casetta.
Renzo e' tornato sconfitto
con i capponi.
E' furioso, e' disperato.
Ma Agnese dice di sperare
nei consigli di Fra Cristoforo.
Renzo Lascia le due donne
dicendo che fara' giustizia
con le proprie mani.
E' un momento di rabbia
e il giovane non si controlla piu'.
Mentre Renzo e' da Azzeccagarbugli,
Agnese e Lucia sono visitate
da Fra Galdino al quale danno
la preghiera di avvertire Fra Cristoforo,
Il santo frate, che esse hanno bisogno
di lui.
Questi capponi hanno litigato
tra loro per tutta la strada
che Renzo ha fatto per recarsi
da Azzeccagarbugli.
Essi sono rimasti famosi,
proverbiali, per indicare
le persone che essendo
in comune pericolo,
litigano tra loro senza pensare
alla sorte che li attende.
E appena pronuncia il nome
di Don Rodrigo, la musica cambia.
Ecco che le leggi non esistono piu',
ecco che Azzeccagarbugli non trova
piu' testi e cavilli in favore di Renzo
e lo licenzia in maniera sbrigativa.
La paura di Don Rodrigo agisce
anche su Azzeccagarbugli.
Altro che accettare i capponi
che Renzo gli ha portato.
" Il signor curato e' ammalato, ha un febbrone,
e oggi non si fa nulla" .
Cosi' risponde la perpetua alle comari
che si erano recate alla canonica per rendersi
conto di questo improvviso ritardo del matrimonio.
Non c'e' via di uscita.
Ma Agnese ha forse una buona idea: rivolgersi
ad un famoso avvocato di un borgo vicino :
il celebre e infallibile dottor Azzeccagarbugli,
che ha la fama di cavare dai guai
chiunque si affidi a lui.
Il nome che il Manzoni attribuisce a questo
leguleio e' gia' tutto un programma.
In altre parole, questo nome significa
cerca pretesti, manipolatore di imbrogli.
In quei tempi enorme era la distanza
che separava gli uomini che avevano
studiato e gli umili.
Di questa loro cultura i dotti
ne approfittavano per imbarazzare ancora
di piu' la povera gente, che si sentiva
in trappola per la propia ignoranza.
Renzo, arrivato al suo cospetto, accenna
appena all'avvocato il suo probema,
che gia' l'avvocato ha trovato tutti i migliori
cavilli e le leggi piu' favorevoli
per la sua difesa.
Ma Renzo non ha ancora detto
il nome del suo persecutore.
Quando Lucia sola con Renzo,
questi rivela le novita'.
Ma Lucia esclama: " fino a tal segno "
e racconta allora di essere gia' stata
disturbata per la strada da Don Rodrigo
e da suo cugino, il conte Attilio.
Renzo e la madre di Lucia, Agnese,
restano furibondi e interdetti
per questa rivelazione.
Il matrimonio e' sospeso.
Le ambigue parole della Perpetua
mettono Renzo sulla strada giusta.
Egli si precipita ancora da Don Abbondio
e lo costringe a raccontare la vera fonte
delle sue ansie: le minacce di Don Rodrigo.
Vendetta, angoscia e timore si alternano
nel suo animo, mentre Lucia lo attende
attorniata dalle amiche.
Tutto e' ormai pronto per le nozze.
La buona Lucia non puo' certamente
immaginare che il capriccio
di un potente sta per rendere
la sua vita piena di ansie,
complicazioni e paure.
Perche' si trama contro
il povero Renzo ?
Renzo Tramaglino e' un onesto
giovane; un filatore di seta
che possiede anche un piccolo
podere.
Con i tempi che corrono
e' un buon partito per la giovane
Lucia Mondella.
All'uscita dalla canoniva,
Renzo Tramaglino incontra
la perpetua e dal suo comportamento
aumentano i sospetti sui pretesti
di Don Abbondio per ritardare
le nozze.
Il mattino seguente arriva,
e arriva anche Renzo, il quale
si reca dal curato per sapere
" a che ora di comodo per ricevere
lui e la Lucia in Chiesa " .
Le scuse ed i protesti che gli propina
Don Abbondio per ritardare
il matrimonio, non lo convincono
affatto.
La notte, pertanto, porta solo incubi
al povero curato.
Egli vede " bravi " che lo trafiggono
nel sonno, pensa al promesso sposo,
Renzo al quale dovra' raccontare
delle bugie per rinviar le nozze.
Ma perche' Don Rodrigo gli ha dato
questo ordine, che vuole mai da lui ?
A lei Don Abbondio racconta
l'incontro con " i bravi " .
La perpetua consiglia: Si rivolga
all'Arcivescovo che e' un uomo
saggio e coraggioso e gli racconti tutto.
Ma Don Abbondio ha paura delle vendette
di Don Rodrigo nel caso il cui riveli
le minaccie fattegli.
In compenso nel chiuso della sua canonica
Don Abbondio puo' dare sfogo con gli amici
e tanti bocconi amari ad a tanti soprusi
dovuti inghiottire in silenzio.
Anche con la sua domestica, la " perpetua ",
che non e' meno brontolona di lui, puo' sfogarsi.
Il nostro Don Abbondio ha risolto
il problema con questo motto:
" il piu' forte ha sempre ragione ".
La sua vita, dunque, e' tutta una serie
di compromessi umilianti
e di sottomissioni ai piu' forti.
In tempi come questi tutto il potere
e' concentrato nelle mani dei nobili
ai quali era dovuto il compito
di dirigere la vita pubblica.
Il popolo trovava nella religione
e nelle manifestazioni religiose
un conforto ed una speranza
alle angherie dei prepotenti
Spagnoli.
