Renzo attraversa campi deserti, si lascia
indietro campi desolati finche' la notte
lo sorprende nel limitare del bosco.
Tornare indietro e' impossibile; fermarsi
altrettanto pericoloso.
Per questo Renzo decide di inoltrarsi
nel bosco nella speranza che abbia imboccato
la strada giusta.
Quando l'angoscia sta per prendere Renzo,
ecco, che la voce dell'Adda si fa udire
distintamente e per Renzo e' come
la voce di un amico.
La sua lena raddoppia ed egli giunge
presto al fiume.
Appena puo', Renzo si precipita fuori
dall'osteria e si incammina velocemente
in direzione dell'Adda che dista circa
sei miglia.
Nel discorso del commerciante
la sommossa milanese assume
proporzioni gigantesche.
Dalle parole del soppraggiunto Renzo
capisce che in citta' la sua figura e' stata
esagerata dalla polizia e dalla fantasia
popolare e che egli e' ormai considerato
a Milano un pericoloso rivoluzionario
ricercato dai gendarmi.
Non fornisce molti particolari su di se'
e del suo viaggio.
Ed ecco giungere un commerciante
proveniente da Milano che comincia subito
con abbondanza di particolari a raccontare
della sommossa milanese.
Lasciata Milano e giunto a Gorgonzola,
Renzo entra in una osteria perche' ormai
stanco e affamato e ha bisogno di sapere
che distanza lo separi dall'Adda.
Ormai e' fatto prudente.
L'esperienza lo ha ammaestrato.
Il nostro giovane se la da' a gambe.
Oramai ha capito che non gli conviene
piu' rimanere a Milano.
Sara' certamente meglio per lui rifugiarsi
in un paese del territorio della limitrofa
Bergamo dove, tra l'altro, vive il cugino
Bortolo che lo ha invitato piu' volte a visitarlo.
